lavolperossa

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Monday, September 18, 2006

Confronto tra religioni??


Cerchiamo il dialogo o di innescare una nuova guerra tra religioni!?
Sentendo le ultime dichiarazioni del pontefice mi sembra che abbia scelto la seconda via. Dico questo perché in un momento così delicato le parole del Santo Padre sono molto più che fuori luogo; si può facilmente intuire come una parte (estremista) dell’Islam non aspettasse altro che questo per scatenare la sua violenza e propaganda anti-occidentale. Dall’altra parte bisogna anche sottolineare come le affermazioni del papa spiazzino completamente anche tutto l’Islam moderato, che sempre ha cercato il dialogo, e che ora si trova in mezzo a due fuochi. A confermare la superficialità del discorso pontificio arrivano puntuali dopo le prime smentite le scuse ufficiali della Chiesa cattolica ma ormai il danno è fatto e ora bisogna purtroppo prepararsi anche a sviluppi drammatici in alcune zone dove le rivalità tra cristiani e islamici sono molto sentite.
Il dialogo e il confronto sono le uniche vie di salvezza per giungere alla pace. Un sano e costruttivo dialogo si può avere solo se c’è rispetto reciproco e questa vicenda ha dimostrato come noi occidentali dobbiamo essere meno presuntuosi e guardare in casa nostra prima di pretendere comportamenti che noi per primi non riusciamo a mantenere. Riflettiamo.

Friday, September 15, 2006

Punto di vista: missione di pace


Una parte della destra italiana alza rozzamente la voce contro la missione di pace in Libano, al grido: “perché in Iraq no?!”.
Sinceramente mi sembrano evidenti le differenze tra le due missioni e trovo alquanto fuori luogo il loro paragone.
In Iraq l’Italia si è fatta attirare in una guerra a tutti gli effetti, una guerra portata avanti unilateralmente da Usa e Gran Bretagna. Una missione che ha visto come unici protagonisti gli aerei e i missili statunitensi e inglesi. L’Italia, anzi il centro-destra, durante questo scempio ha sempre appoggiato i suoi “grandi alleati” senza mai indugiare sul rapporto di alleanza e supporto.
Anche se (come dice Berlusconi) i nostri soldati sono andati in Iraq ad aiutare la popolazione, la missione già in partenza non poteva considerarsi di pace: sia per i motivi prima citati, sia perché andavamo ad occupare un Paese che non ci voleva e dove aiutavamo, bambini orfani, i cui genitori erano stati uccisi dai bombardamenti dei nostri alleati (un piccolo controsenso, no?!).
In Libano per quanto il clima sia teso, la situazione è diversa. L’Italia si presenta come garante di pace e stabilità, ha rinnegato e denunciato tutti (sottolineo tutti) gli atti di violenza da qualsiasi parte essi provenivano. Inoltre, fatto di non minore importanza, si tratta di una missione non unilaterale ma avvallata e gestita dall’ONU. Infine i governi di Libano ed Israele hanno espresso il loro compiacimento per l’arrivo nei territori dei soldati italiani al fine di garantire pace e tranquillità.
Ora i soldati potranno dare sicurezza, aiutare i malati e garantire che i bambini possano tornare a scuola, ad imparare e divertirsi.
Questa potrà definirsi una missione di pace.

Wednesday, September 13, 2006

Sobrietà...


CONSUMO CRITICO
Un aspetto che non consideriamo mai è il tempo. Prima di tutto quello che passiamo al lavoro per guadagnare i soldi necessari per i nostri acquisti. Considera che di media ogni casa dispone di 10.000 oggetti, ... il rovescio della medaglia del consumo sono i rifiuti. In Italia, nel 2001 se ne sono prodotti 120 milioni di tonnellate, di cui 90 industriali e 30 urbani. Ogni individuo produce mezza tonnellata di rifiuti domestici all'anno e se dovessimo accumularli nel nostro giardino ci renderemmo conto della montagna che sono. ... Si dice che è il prezzo da pagare per il progresso. Ma chiamiamo le cose col loro nome. Questo non è il prezzo del progresso. E' il boomerang dello spreco.
SOBRIETÀ
... Siamo creature che oltre alle esigenze del corpo, abbiamo quelle affettive, sociali, intellettive, spirituali. Solo se tutte queste dimensioni sono soddisfatte in maniera armonica possiamo parlare di benessere. Nell'altro caso possiamo parlare tutt’al più di “benavere”, che è un'altra cosa.... A conti fatti la sobrietà ci conviene. Ci fa guadagnare in rapporti umani, ci fa guadagnare in rapporti sociali, ci fa guadagnare in tranquillità, ci fa guadagnare in salute, ci fa guadagnare in ambiente più pulito... è espressione di libertà. E' recupero di autonomia dai condizionamenti della pubblicità. E' riappropriazione della libertà di scelta e di pensiero. ... la sobrietà è più un modo di essere che di avere. E' uno stile di vita che sa distinguere tra i bisogni reali e quelli imposti. E' la capacità di dare alle esigenze del corpo il giusto peso senza dimenticare quelle spirituali, affettive, intellettuali, sociali. E' un modo di organizzare la società affinché sia garantita a tutti la possibilità di soddisfare i bisogni fondamentali con il minor dispendio di materiali e di energia.
RIUSARE
Oltre che una scelta di libertà, la sobrietà è una scelta di rispetto. Consumare con rispetto significa trattare bene gli oggetti affinché possano durare a lungo. ... Un tempo la cultura del rispetto era molto radicata. I nostri nonni usavano e riusavano le cose finché potevano svolgere la loro funzione e quando si rompevano le riparavano.
RIPARARE
Oggi non è facile riparare perché gli oggetti sono costruiti per essere sostituiti. Ma noi sforziamoci di comprare prodotti resistenti e ostiniamoci a riparare qualunque cosa sia possibile: dall'auto alla bicicletta, dai vestiti alle scarpe. Così facendo creeremo localmente dell'occupazione che non può essere messa in pericolo dalle multinazionali.
RICICLARE
Quando un oggetto non è più riparabile, diventa inesorabilmente rifiuto. Ma con adeguati accorgimenti può tornare a vivere in nuovi prodotti. Il segreto si chiama riciclaggio. Praticamente ogni materiale è riciclabile e se oggi questa pratica è ancora poco sviluppata, è solo per mancanza di volontà. ... Col riciclaggio potremmo ottenere un risparmio energetico del 95% nel caso dell'alluminio, del 75% nel caso del rame e del 60% nel caso dell'acciaio. ...
COLLETTIVO
Il futuro del trasporto è pubblico e non dovrà essere organizzato per servire i consumatori benestanti, ma tutta la popolazione. Dunque non dovranno esserci pochi tratti ferroviari pensati per collegare, ad alta velocità, solo i centri più importanti. Dovrà esserci una rete ferroviaria molto fitta, che serva come base del trasporto delle persone e delle merci di tutti i centri abitati.
...Quando parliamo di servizi pubblici, la mente corre subito alle istituzioni: il Comune, la Regione, lo Stato. Ed è corretto che sia così. Ma allo stesso tempo bisogna stare attenti a non assumere l'atteggiamento attendista di chi si aspetta che i problemi vengano risolti tutti dall'alto. I bisogni che conviene soddisfare in maniera collettiva sono innumerevoli e non è il caso di scomodare sempre le istituzioni.Quando non sono in gioco i diritti fondamentali, bisogna anche essere capaci di autorganizzarsi. ...
CONOSCERE PER SCEGLIERE
..prima di comprare qualsiasi prodotto è indispensabile conoscere anche il comportamento generale delle imprese produttrici con particolare riferimento alle relazioni di lavoro, al modo di condurre gli affari nel Sud del mondo, all'atteggiamento rispetto all'ambiente. Di non meno importanza sono altri aspetti come la disponibilità a dare informazioni, le vendite irresponsabili, i “malaffari”.

tratto da: "La Sobrietà"

Slow Food


Slow Food è un’associazione internazionale non profit nata in Italia nel 1986: oggi coinvolge 40.000 persone in Italia e più di 80.000 nel mondo, in 130 Paesi dei cinque continenti. Le condotte e i convivium (350 in Italia e oltre 400 all’estero) sono il punto di riferimento del Movimento sul territorio e organizzano iniziative per gli associati.Slow Food promuove il diritto al piacere a tavola e non solo. Nata come risposta al dilagare del fast food e alla frenesia della fast life, Slow Food studia, difende e divulga le tradizioni agricole ed enogastronomiche di ogni angolo del mondo, per consegnare il piacere di oggi alle generazioni future.Slow Food rieduca i sensi assopiti, insegna a gustare e a degustare. Allenare il palato a riconoscere le differenze rende l’amore per il cibo un’esperienza universale. E permette a consumatori “educati” di indirizzare verso la qualità – gastronomica, ambientale e sociale – le scelte produttive.
Slow Food, attraverso progetti (Presìdi), pubblicazioni (Slow Food Editore), eventi (Terra Madre) e manifestazioni (Salone del Gusto, Cheese, Slow Fish) difende la biodiversità, i diritti dei popoli alla sovranità alimentare e si batte contro l’omologazione dei sapori, l’agricoltura massiva, le manipolazioni genetiche. È una rete di persone che si incontrano, che si scambiano conoscenze ed esperienze. Un’associazione che ha fatto del godimento gastronomico un atto politico, perché dietro a un buon piatto ci sono scelte operate nei campi, sulle barche, nelle vigne, nelle scuole, nei governi. E ogni scelta ha un sapore diverso.

Tra Toscana e immigrati corre buon sangue (Carlo Giorgi)


In albanese, Kemi nevoje per ju, significa :”Abbiamo bisogno di te”. Da alcune settimane sta scritto su grandi manifesti, sei metri per tre, affissi sulle stradeb di prato. E il volto è quello di Ermelinda, immigrata, da anni donatrice di sangue. Insieme ad altri stranieri della provincia toscana (cinesi e arabi), è stata scelta come testimonial della campagna estiva per sensibilizzare alla donazione gli extracomunitari.
Luglio e Agosto sono mesi di allarme rosso per la carenza di plasma negli ospedali. Aumentano gli incidenti, vanno in ferie i donatori italiani. La novità, quest’anno, è che le associazioni del settore sembrano essersi accorte dei tre milioni di potenziali volontari stranieri, residenti nel nostro Paese.
…Il presidente dell’Avis locale Luciano Innocenti racconta: “La campagna iniziata a Prato con Ermenilda e gli altri testimonial stranieri si intitola Incontro di civiltà. Abbiamo stampato manifesti, cartoline, e materiale informativo tradotto nelle otto principali lingue delle comunità. I nostri donatori immigrati oggi sono circa un centinaio, sono in gran parte residenti da anni. Grazie a questa iniziativa però se ne sono già presentati di nuovi. Da Sri Lanka, Marocco e Albania”.
..Tra gli stranieri, invece, le resistenze sono spesso di origine culturale: “Tra i senegalesi c’è un forte spirito di solidarietà interno al gruppo. Qualche freno però interviene quando si tratta di donare sangue fuori dalla comunità” dice Luciano Franchi presidente dell’Avis Toscana. E fa un altro esempio” Per i rumeni è diverso. In qualcuno donare sangue risveglia brutti ricordi: durante il regime comunista era infatti una pratica coercitiva. Per non contare del contagio di Aids che ne è seguito, soprattutto tra i bambini”. Sangoulene Tall, 39 anni, è senegalese e vive a Livorno: “Ho iniziato a donare sangue in Italia nel ’97. Per me era naturale, In Senegal donare è una cosa normale e gratuita. Oggi qui, i Senegalesi donatori, sono una ventina; raccoglierli non è stato semplice. Ma alla fine è stato un modo per superare i pregiudizi. Da una parte e dall’altra.

Tratto da: IL VENERDI’ di Repubblica

Addio benzina? Auto elettriche...


Una ne pensava e cento ne faceva, Nikola Tesla, poliedrico scienziato serbo-statunitense vissuto tra Ottocento e Novecento. Un genio: tanto per dirne una, fu lui a scoprire la corrente elettrica alternata, aprendo la strada alla diffusione dell’energia elettrica. La leggenda dice che avesse inventato pure una vettura elettrica: questa riceveva via radio l’energia da una fonte esterna ed era quindi potenzialmente inesauribile. Di questa auto non c’è nessuna prova certa: la macchina di Tesla rimase a lungo una chimera. Ameno fino a Luglio di quest’anno, quando la Tesla Motors, società nata appena due anni fa, ha presentato la sua Tesla Roadster: un auto capace di raggiungere100 Km all’ora in soli 4 secondi (massima velocità 215 km/h) e di percorrere circa 400 Km con un pieno di energia. Il tutto avviene grazie a una batteria al litio ricaricabile (altri dettagli su http://www.teslamotors.com/).
Chi però sogna un mondo su quattro ruote elettriche deve però fare i conti: l’automobile, che sarà in commercio già a fine 2006 negli Stati Uniti a Los Angeles e a San Francisco, costerà tra gli ottanta e i centomila dollari. Chi l’ ha pensata e finanziata (una serie di grandi nomi tra i quali quelli di Google, eBay e Pay Pal) dice di voler elaborare una versione più economica entro i prossimi tre anni. Staremo a vedere.

Tratto da:Airone
Fonte: latimes.com

Quando i populisti mettono in crisi i partiti (Ralf Dahrendorf)


Non è un buon momento questo per i partiti politici, in particolare per quelli di orientamento tradizionale. Sono finiti i tempi delle vecchie democrazie dove i due partiti maggiori -uno socialdemocratico, l’altro di cento destra-dominavano la scena politica.
…Il declino dei partiti riflette il declino delle classi. Non ci sono più il vecchio proletariato e la vecchia borghesia. Abbiamo di fronte, invece, quella che talvolta è stata definita una società livellatasi attorno alla classe media, anche se ad un estremo essa ha un importante èlite si super-ricchi e all’altro estremo una sottoclasse.
La stessa struttura della società è diventata traballante. Non ci sono gruppi sociali che consentano la costruzione di organizzazioni durature.le persone sono in un certo senso, dal punto di vista sociale, dei senza tetto. Ciò determina che i loro interessi varino con il mutare delle situazioni. E per questo motivo, inoltre, non trovano più una casa politica nei partiti, ma reagiscono alle situazioni, a inclinazioni vaghe e, soprattutto, agli appelli ai sentimenti, quando non ai risentimenti.
Questa è la condizione nella quale prosperano i populisti. In alcuni casi, si tratta di singoli individui, come il presidente Hugo Chàvez del Venezuela ( e altri leader latinoamericani) o l’ex presidente italiano Silvio Berlusconi. In genere emergono sulla scena politica dai margini, ma riescono a formare raggruppamenti molto personalizzati, come l’austriaco Jorg Haider e il suo Partito della libertà, il francese Jean-Marie LePen e i suoi nazionalisti, il polacco Andrzej Lepper e il suo Partito contadino o il primo ministro slovacco Robert Fico e il suo Direzione-Democrazia sociale. Molti altri nomi potrebbero essere aggiunti alla lista.
Questa lista ci dice due cose . La prima è che un numero sorprendentemente alto di leader populisti è riuscito a salire al potere negli ultimi anni. Il loro successo riflette le incertezze dell’elettorato e, sempre di più la percezione di ingiustizie derivanti dalla globalizzazione, così come la paura che molti hanno delle minoranze, degli immigrati e degli stranieri in generale.
Questi populisti promettono soluzioni che fanno a meno delle tradizionali forme e norme della moderazione e in particolar modo delle politiche democratiche…A volte ci si chiede se si stia assistendo non tanto alla fine della storia, quanto alla fine della storia illuminata, o forse dell’illuminismo in quanto tale.
Un ulteriore sguardo alla lista dei populisti, tuttavia, ci dice anche un'altra cosa: la maggior parte di loro non dura.
…Gli episodi populisti sono, inoltre segno di una sottostante instabilità che non è utile al progresso dei singoli Paesi, né contribuisce all’ordine internazionale.
…Vi è rimedio?
…Occorre una prospettiva di medio termine e un impegno ad avviare dibattiti razionali sulle questioni, perché una tradizione che si può essere riavviata, quella del pensiero illuminato, è la più importante di tutte.

Copyright Project Syndicate/
Institute for Human Sciences, 2006
Traduzione di Guiomar Parada

Tratto da: Repubblica

Monday, September 04, 2006

Manifesto del blog


Questo blog vuole rappresentare un pensiero, un punto di vista e un modo di vivere la società di chi forse non si sente ancora veramente rappresentato da un unico partito. Il “partito” in questo caso (ma non solo in questo) passa in secondo piano: è il pensiero progressista, essere aperti al diverso, essere per una società multietnica, essere a favore di una società più equa, amare e rispettare l’ambiente e la natura…; insomma essere di Sinistra è quello che prima di tutto ci accomuna.
Si vuole intendere la politica come pura aggregazione, come unione di persone con religioni e culture diverse e come libertà di espressione.
Fare veramente politica significa stare a contatto con la gente comune, confrontarsi con loro nel quotidiano, dai piccoli problemi ai bisogni più grandi. Vuol dire anche condividere con loro gioie e soddisfazioni. Bisogna saper valorizzare e valutare l’individuo, ascoltare sempre tutti e mai massificare.Cosa c’è di più sano di una politica svolta con questo spirito e con questi intenti?
Una politica che, proprio perché ama e protegge l’individuo, sappia salvaguardare e curare l’ambiente e la natura. Temi trasversali come Ambiente e Istruzione devono essere i pilastri fondamentali e inamovibili di ogni persona che amministra la res pubblica perchè da esse dipende il futuro di tutti.
Questo blog vuole essere punto di informazione e dare spazio a tutte le notizie provenienti dal mondo ambientalista, equo-solidale, pacifista e di tutti i movimenti. Inoltre si affronteranno temi riguardanti letteratura,cinema, filosofia, musica e molto altro ancora.
Bisogna riscoprire il piacere di parlare e la virtù del saper ascoltare, invece oggi sembra sempre più difficile poter fare ciò. Mostrare interesse e riscoprire le “cose semplici” è importante ad ogni età; esse esercitano la fantasia e fanno amare ancora di più la vita. Viviamo in una società dove ormai la domenica famiglie e ragazzi si rinchiudono nei centri commerciali (anche se non devono comprare nulla, ma alla fine qualcosa acquistano sempre) per passare il pomeriggio al posto di un bel giro sul lungolago o in montagna… questo è molto triste!!
Non bisogna aver paura di parlare ed esprimere le proprie idee perché solo parlando e confrontandosi si può crescere e migliorare.
Torniamo a discutere, a parlare, a confrontarci, perché l’indifferenza è la prima da combattere.