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Friday, September 15, 2006

Punto di vista: missione di pace


Una parte della destra italiana alza rozzamente la voce contro la missione di pace in Libano, al grido: “perché in Iraq no?!”.
Sinceramente mi sembrano evidenti le differenze tra le due missioni e trovo alquanto fuori luogo il loro paragone.
In Iraq l’Italia si è fatta attirare in una guerra a tutti gli effetti, una guerra portata avanti unilateralmente da Usa e Gran Bretagna. Una missione che ha visto come unici protagonisti gli aerei e i missili statunitensi e inglesi. L’Italia, anzi il centro-destra, durante questo scempio ha sempre appoggiato i suoi “grandi alleati” senza mai indugiare sul rapporto di alleanza e supporto.
Anche se (come dice Berlusconi) i nostri soldati sono andati in Iraq ad aiutare la popolazione, la missione già in partenza non poteva considerarsi di pace: sia per i motivi prima citati, sia perché andavamo ad occupare un Paese che non ci voleva e dove aiutavamo, bambini orfani, i cui genitori erano stati uccisi dai bombardamenti dei nostri alleati (un piccolo controsenso, no?!).
In Libano per quanto il clima sia teso, la situazione è diversa. L’Italia si presenta come garante di pace e stabilità, ha rinnegato e denunciato tutti (sottolineo tutti) gli atti di violenza da qualsiasi parte essi provenivano. Inoltre, fatto di non minore importanza, si tratta di una missione non unilaterale ma avvallata e gestita dall’ONU. Infine i governi di Libano ed Israele hanno espresso il loro compiacimento per l’arrivo nei territori dei soldati italiani al fine di garantire pace e tranquillità.
Ora i soldati potranno dare sicurezza, aiutare i malati e garantire che i bambini possano tornare a scuola, ad imparare e divertirsi.
Questa potrà definirsi una missione di pace.

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